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21 settembre 2025 - VENITE, MANGIATE!

2025-09-20 14:27

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21 settembre 2025 - VENITE, MANGIATE!

Vorrei proporre un pensiero riguardo a quelle coppie che scelgono la convivenza e rimandano il matrimonio, ritenendo che tanto…“un atto formale non aggiunge e non toglie nulla al loro amore”. Con questo non intendo esprimere giudizi perchè forse potrei anche dar loro ragione, per logica… Ma, per onestà, bisognerebbe dire che non è la logica che li ha fatti innamorare, e poi, talvolta, mi pare di notare che se non c’è stato un evento condiviso, che ha determinato la loro scelta di stare insieme, “mettendo su casa”, se non c’è stato un atto formale, manca qualcosa. 


Capita, allora, che al Battesimo del primo figlio si cerchi di correre ai ripari enfatizzando l’evento con un pranzo, un rinfresco un po’ speciale, una festa, dove si evince il bisogno di essere riconosciuti chiaramente come famiglia a tutti gli effetti.


Quanto è importante un banchetto!


Ecco perché pane e vino, mangiare e bere, non sono solo simboli vuoti, come non è vuoto ciò che si celebra con essi; ma elementi che nei testi sacri appaiono spesso perché nelle occasioni in cui vengono adoperati per dire qualcosa di grande, le considerazioni e i riferimenti non sono certo a banalità, anzi...  


Nella prima lettura di questa domenica (Pr 9,1-6), è addirittura la Sapienza a organizzare un banchetto nella sua casa. Così che casa e banchetto diventano “luoghi” in cui si celebra la condivisione; la condivisione di una storia: una storia che si fonda e si costruisce sulla pregnanza di un passato, che vive il presente come occasione di vita nuova e che ha la pretesa di condividere un destino.


Pensiamo a cosa significa allora il ritrovarsi in chiesa ogni domenica! Convocarci in un medesimo luogo; dandoci più o meno un appuntamento per ritrovarci attorno a una tavola; una tavola, che si chiama altare, ma che ha le stesse prerogative di creare quella condivisione di cui dicevo pocanzi, e molto di più. 


È interessante che l’invito di “Donna Sapienza” non è fatto solamente ad alcuni: i più meritevoli, i più dotati, ma a tutti, anche a chi è “inesperto”; anzi le sue ancelle sono mandate anche a chi è “privo di senno”. E a tutti viene detto: "Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato".


Che non sia allora, che il dono che ci viene fatto, è al di là delle nostre aspettative e delle nostre attese, e che possiamo goderne proprio perché è dono!?


Se così è, perché spesso e volentieri ci precludiamo l’opportunità, vanificando quel dono, che ai nostri occhi appare astratto, ma che invece è molto più vicino di quanto possiamo credere?



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A. Anker “Natura morta, aringhe” (1831)


Talvolta infatti commettiamo un grave errore: consideriamo le cose di Dio troppo distanti dalla realtà e dalla concretezza della vita. Invece, no, non è così. Siamo noi semmai a renderle tali.


Dunque, la questione non è quella di essere adatti o “conquistatori”, ma di rendersi disponibili alla Sapienza di Dio, la quale: legge fin nel profondo dei cuori, sa trarre dai percorsi e dalle strade della vita sapienza, “una sapienza che tiene tutta la luce del cielo, ma contemporaneamente tocca la terra, anzi, si fa terra, si mescola alla terra, si fa umanità, diventa una benedizione per la vita. 


Ed è questo a scandalizzare i detrattori di Gesù, di ieri e di oggi. Un Dio scolorito, sbiadito nella vaghezza della trascendenza, lo si accetterebbe più volentieri; ma nella umanità -nella carne e nel sangue- del profeta di Nazaret, no, perché sarebbe “dissacratorio”! Dio va tenuto puro da contatti, perché un Dio che si sporca le mani, non è più Dio. Perché se così fosse, il rischio sarebbe quello di scadere nell’abitudine della quotidianità e perderne il mistero, la trascendenza”. 


Pensiamo a quando riceviamo il Corpo di Cristo nelle mani...Lui pane disceso dal cielo! Questi è Colui che si è fatto pane per nutrirci. E si fa pane per diventare dono che sfama, consegnandosi nelle mani della moltitudine, lasciandosi spezzare. E allora, quando guardi il pane del Signore nell'incavo della tua mano, ascoltalo. Lui fatto pane, ti invita a seguirlo in questa forma: diventa anche tu pane: donato, consegnato, spezzato per essere condiviso.


dgc



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